sabato 14 maggio 2011

I’LL FOLLOW THE SUN (SEGUIRO’ IL SOLE)

Senza ombra di dubbio,
il Pastore per eccellenza del cristiano è Gesù.
Sì, per prima cosa vorrei mettere in evidenza questo aspetto fondamentale  nella vita del credente:
Gesù è Pastore ovunque, in ogni ambito di vita.
Nella ricerca scientifica, nel campo medico, nel sociale, sul posto di lavoro, negli scranni di Montecitorio, nelle aule di tribunale, nei condomini, nell’ambito familiare, nella sfera sessuale
e perché no, lasciatemi esagerare , anche in quello parrocchiale!
Cioè, il cristiano nelle sue scelte di vita, dalla più banale alla più fondamentale, segue Gesù.
A riguardo mi fanno sbellicare dal ridere (ecco, non posso usare altre espressioni e ne sono sinceramente dispiaciuto) quei cristiani che di fronte a particolari problematiche, ad esempio solo per citarne una l’aborto, si accomodano e iniziano a contare i giorni, le settimane e i mesi… per commettere un omicidio.
Ma siamo seri.
Io non ci penso neppure lontanamente che un non  credente debba preoccuparsi del  Vangelo…
Ma di grazia, un cristiano come può macchiarsi di questo male?
Male commesso pienamente anche solo stando in silenzio.
Chi è cristiano davanti agli uomini non può negare la Verità! 
“In quel tempo, Gesù disse; «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.”            
Scusate, è il Vangelo  che ce lo dice con estrema chiarezza:
O segui  Gesù, il Pastore;
o segui il ladro e il brigante, il demonio.
Lo dico con serenità ma anche con profondo dispiacere:
Non si possono indossare camaleontici perversi panni di pii credenti in ambiti parrocchiali o quando ci servono vari consensi e
poi accomodarci in altri consessi o ancora quando tocca decidere sui fatti della nostra vita e scegliere per la morte.
Ogni cristiano nel mondo, deve sentirsi chiamato  in causa dal Pastore  Supremo  ad essere pastore.
Forse non ci abbiamo mai pensato, ma le nostre azioni, il nostro vissuto quotidiano, viene interpretato dal mondo che ci circonda come segno della Presenza di Dio o
anche dell’assenza!
E’ meraviglioso e nello stesso tempo tremendamente serio!
“Voi siete il sale della terra;
Ma se il sale perdesse il sapore…?
A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini  
C’è dell’altro…
Il Pastore e le pecore smarrite.
Sì, ci sono gli uomini che vivono nella conoscenza e nella Verità,
che dai Sacramenti e dall’Incontro con la Parola traggono la loro vita,
che “frequentano” positivamente gli ambiti parrocchiali
e ci sono quelli che si perdono.                 
Cristo è Pastore anche di questi nostri fratelli.
La Chiesa tutta è inviata dal Pastore anche da questi fratelli.
Cioè il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, tutti i Cristiani sono in missione perenne verso il mondo degli uomini persi.
Mi direte che è scomodo,
che è  una perdita di tempo,
che uno su mille ce la fa, 
che a volte ci possono fare male,
che certi luoghi non sono per noi…
E’ verissimo ma:
Questi nostri fratelli hanno bisogno di conoscere la Voce di Dio:
“…cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.” 
Questi uomini se non “conosceranno” la Voce di Dio non potranno mai seguirLo.
E vi posso assicurare che, invece,  la voce del mondo ha molti profeti,
perennemente al lavoro,
solerti, pieni di zelo e …
di morte.
L’annuncio di Pasqua è  atteso dai lontani,
da coloro che vivono nelle tenebre e aspettano la Luce.
Che Chiesa siamo se non ci mettiamo alla ricerca della pecorella smarrita?
Certamente non siamo di Cristo.
Sapete Lui “ci precede in Galilea”, sempre.
In ogni posto che frequentiamo per amore di Gesù vi posso assicurare che Lui è accanto,
che nel cuore si sperimenta la dolcezza, la pace anche in mezzo alle “taccarate”.
Che se Gesù è con te tu detesti e respingi il male ma ami il peccatore.
Credimi, c’è un mondo di fratelli disperati che attende di incontrare Cristo in un cristiano.      
Non si tratta di paroloni da dire o di saperci fare.
Si tratta di Amore.
Guai a noi se non annunziassimo il Vangelo al mondo.
In questa sensibilità può aiutarci molto, ma non è comunque componente indispensabile, ricordare il giorno in cui Qualcuno si è messo in cammino per noi,
in mezzo ai pericoli per raggiungerci e portarci Gesù.
Vorrei dire, ricordando il mio giorno, che:
 “Come sono belli i piedi di coloro che portano un lieto Annuncio”.
Riflettendo sulle tante situazioni di vita, personali e non, mi rendo conto che a chi molto è stato perdonato …
molto ama.
Riscoprire nelle nostre parrocchie l’urgente bisogno di una “pastorale per i lontani”che, nelle nostre città non sono più così lontani fisicamente;
riscoprire la necessità di evangelizzare i nostri quotidiani con la testimonianza concreta,
come genitori,
come cittadini,
come quello che sei tutti i giorni.
                        un servo inutile

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