martedì 31 maggio 2011

PERDERE L’AMORE



Il primo versetto di questo Vangelo ci mette dinanzi ad una scelta di vita concreta:
“ Se mi amate, osserverete i miei comandamenti…”
Con molta sincerità, non per togliervi dal cuore delle belle immagini ideali del nostro essere cristiani ma, se non osserviamo i comandamenti di Cristo… non siamo di Cristo.
E Gesù non si riferisce solo ai dieci comandamenti; questi sono l’inizio.
Lui va ben oltre.
Il Comandamento dell’Amore.
Quando parliamo d’amore intendiamo spesso molte cose, lo personalizziamo a nostro piacimento fino a ridurlo a volte ad uno squallido sepolcro di vita.
Quante bassezze riesce a commettere l’uomo catalogandole poi come “fatte per amore”.
Per amore si toglie la dignità;
per amore si uccide;
per amore si violenta;
per amore si diventa indifferenti verso il prossimo
Ma tutto questo non c’entra niente con l’Amore di Dio.
Il cuore dell’Amore cristiano è la donazione.
Ritengo sia inutile parlare di grandi segni del cristianesimo se non ci riappropriamo dei segni quotidiani dell’amore di Dio.
Scendere nei nostri piccoli vissuti quotidiani e poi portare questa notizia nuova al mondo.
Dove voglio andare a parare?
Se non trasmettiamo Cristo nelle nostre famiglie non troveremo più Cristo nella società.
Il mondo non vede Dio;
il cristiano sì!
La “scuola” per eccellenza dei cristiani è la famiglia.
Non possiamo “delegare” la trasmissione della fede ai sacerdoti e alle parrocchie.
Il demonio è un catechista furbo:
per abbattere la Chiesa,
colpisce le famiglie.
Se ai nostri figli non insegniamo con i fatti che amare significa donarsi, loro impareranno dal mondo cosa significa amare…
Al cristiano Cristo fa un dono straordinario:
“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce”.
Il mondo non Lo conosce;
il cristiano sì.
Di fronte a questa conoscenza io e te abbiamo delle responsabilità,
non possiamo abdicare, rinunciare ad essere di Cristo.
Ripensiamo al nostro essere “Chiesa” come una grande famiglia di famiglie radunate dallo Spirito di Dio.
E come famiglie dobbiamo dare segno della presenza divina nel mondo.
C’è una santità che bussa alle porte del nostro quotidiano,
nel semplice vivere la vita di tutti i giorni in Cristo.
E’ la vera santità.
Ed è la testimonianza più penetrante per il mondo.
Come cristiani dobbiamo scrollarci di dosso anche quegli atteggiamenti che, pur sembrando consueti, diventano un “cancro” per la nostra società.
Il cristiano non è omertoso;
dice la verità;
non paga ( e non chiede chiaramente) tangenti o pizzo;
scuote le mani e non accetta favori;
sul posto di lavoro, qualsiasi esso sia, è di esempio;
quando guida rispetta la propria vita e quella del prossimo;
rispetta la natura come un dono di tutti gli uomini;
quando vede il male non “gira la faccia dall’altra parte”.
L’elenco si potrebbe fare lungo di decine di pagine della nostra vita...
Altra cosa da riscoprire è il senso della gioia della vita in Cristo.
E’ consolidata, a volte non a torto, l’idea che la vita del cristiano sia grigia, piatta, che sa di luoghi chiusi…
Qui noi cristiani adulti dobbiamo fare un esame di coscienza e rivedere il nostro modo di rapportarci ai bambini, ai ragazzi ed ai giovani, di come trasmettiamo loro la fede.
Partendo dal presupposto che il Vangelo è il Lieto Annuncio…
No, certo non stravolgendo la catechesi, anzi.
Ma divenendo noi adulti per primi testimoni della gioia!
Ed infine, nel farmi compagno di viaggio con tanti fratelli, riscopro questo:
il bisogno di sentirsi parte di un corpo.
Questo bisogno a volte si manifesta nella necessità di essere semplicemente ascoltati.
Di conseguenza il cristiano è anche l’uomo dell’ascolto:
si diviene consolatori per mandato del Consolatore…
Quanta aridità di buoni ascoltatori c’è intorno a noi!
Mi rendo conto che una parola buona messa nel cuore di un uomo al momento giusto può evitare tanto male.
Nel mio ministero ascolto il mio prossimo, sempre.
Credetemi, il consiglio cristiano è importante a volte come una mano tesa ad un uomo che sta per annegare.
Negare questa carità è gravissimo!
Combattere la fretta e la superficialità che ci sembrano delle scelte necessarie in questo mondo ma che in realtà divengono delle gravi colpe.
Cristo si è sempre fermato davanti all’uomo sofferente;
si è fermato anche e soprattutto con l’uomo ingannato dal peccato.
Anche noi dobbiamo fare così.
Cari fratelli, come vedete la vita nello Spirito Santo è in totale contrapposizione alla vita secondo la carne.
Ma…
“Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”
Sarebbe grave perdere l’amore…
Un servo inutile

sabato 21 maggio 2011

IT’S ONLY LOVE (E’ SOLO AMORE)



E in certe stagioni della vita come si fa?
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore.”
Senza mezzi termini questa pace nel cuore, nella vita, dentro e fuori di noi…
non scaturisce da una buona classe politica,o da una perfetta organizzazione sociale,
da un fine settimana da sballo, o da un buon psicoterapeuta…
Forse è proprio la storia dell’umanità che ce lo insegna;
magari ce lo insegna anche la mia e la tua vita…
Sai, è il frutto di una Presenza:La Presenza di Dio in noi.
La Presenza che è anche certezza che il nostro vivere presente è proiettato nel vivere per sempre in una Casa:
“Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.”
Quanto dei nostri vissuti quotidiani sono impregnati di questa Vita che ci aspetta?
Ho paura che i nostri giorni abbiano perso questa prospettiva che, per il cristiano, è il senso della vita, il senso vero ed esclusivo di questo nostro passaggio terreno.
Vivere i giorni che il Signore ci dona con questa conoscenza e certezza è diverso che viverli così come vengono.
E’ troppo pesante il vuoto vivere del mio tutto senza Cristo.
Da quanto tempo non ascolto che i nostri giorni terreni passeranno e lasceranno il posto alla vera vita nella Casa del Padre.
Parliamo di tanti aspetti della vita, anche di quelli che non cogliamo fisicamente, che ci fanno più prurito ma della vita eterna non ne parliamo quasi mai.
Quante volte in questi giorni ascoltiamo con intensa morbosità tutte le previsioni di fine del mondo, di date che sono eventuali segni premonitori…
E dimentichiamo la parte più importante di tutto questo nostro parlare, di tutto il nostro vivere!
Se ci lasciamo rubare la vita eterna, come cristiani siamo dei falliti.
Abbiamo paura, diciamoci la verità, abbiamo paura.
Questa vita ha un angusto luogo di passaggio che fisicamente è un non senso;
la nostra umanità non è attrezzata per attraversarlo:
La Croce.
Come cristiani abbiamo un sistematico e caparbio e scientifico voler evitare il percorso della vita cristiana.
“Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.”
E se la nostra preghiera quotidiana, non solo recitata a parole ma impetrata con le azioni quotidiane, fosse: “Signore, non mi prendere con te…!”?
Che cristiani siamo se portiamo questa speranza disperata?
Nelle nostre catechesi;
nei nostri catechismi;
nei nostri rapportarci agli ammalati;
nel nostro educare i figli;
nelle nostre prediche,
o quando noi stessi ci accomodiamo sul trono del cristiano…
Di che vita parliamo?
Che vita testimoniamo?
La tentazione quotidiana a cui siamo sottoposti da parte di satana è che Dio è menzognero.
Ci viene posta dinanzi la morte, non solo fisica, come la dimostrazione di un non amore del Creatore.
E la vita terrena diviene l’unica vita da vivere.
Stranamente, con una metodologia schizofrenica, il modo propostoci dal demonio per esorcizzare la morte è procurarla!
Forse pensate che stia filosofando?
Guardiamoci attorno.
Le nostre città, piccole o grandi;i luoghi di lavoro;i luoghi di “svago”;i nostri matrimoni;
gli anziani,i bambini;le famiglie;i luoghi dove si amministra.
C’è un piccola sottile antitesi: “Con o senza”.
Che cosa può essere l’uomo senza Dio lo vediamo quando spesso è troppo tardi.
Che cosa può essere l’uomo con Dio lo vediamo quando spesso è troppo tardi…
Causa di questa cecità, sordità e mutismo è sempre lo stesso catechista:
il principe di questo mondo.
“Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta…”
Questa richiesta di Filippo attraversa ancora i secoli;
è giunta fino a noi oggi.
Sì, c’è un mondo che fa ancora oggi questa richiesta;
la fa a Cristo attraverso la Chiesa.
Voi mi capite, non è questione solo di parlare della “Casa del Padre” ma di mostrarla con segni concreti che c’è la “Casa del Padre”.
Filippo aveva davanti Cristo;
il mondo oggi ha davanti la Chiesa di Cristo.
La Chiesa oggi è chiamata ha mostrare la Vita Eterna.
“In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.”
Sì, ci sono delle opere concrete che sono segno della Presenza di Cristo in questo secolo;
sono opere che solo la Chiesa può compiere,
se legata a Cristo, chiaramente.
Altrimenti non è Chiesa!
I segni concreti della vita in Cristo non sono fare i miracoli;
ma qualcosa di grande, di immenso, che ha un valore universale:
l’Amore e l’Unità.
La morte di questo mondo si vince con la vita in Cristo.
La Chiesa, ogni cristiano, è esempio vivente di questo amore fatto di donazione e spogliazione totale;
l’Amore che il mondo non conosce.
La Chiesa, ogni cristiano, è esempio vivente di questa unità fatta di essere uno solo corpo in Cristo.
Unità che il mondo non conosce.
L’amore che il mondo conosce è quello del dare e dell’avere in cambio,
l’amore di prostituzione.
Questo non è l’Amore del cristiano, non è l’Amore della Croce.
L’unità che il mondo conosce è quella dell’unione di interessi,
fatta spesso di perverse lobby economiche.
L’Unità di Cristo è aderire all’uomo attraverso il Legno della Croce segno della vita che si dona.
Sai, chi vede un cristiano vede Cristo;
Ero tentato di scrivere “chi vede un cristiano dovrebbe vedere Cristo”;
un “condizionale” che sinceramente in questo caso proprio non si può usare,
non ha senso dire “si dovrebbe vedere Cristo in un cristiano”!
Si deve.
un servo inutile

mercoledì 18 maggio 2011

La mediazione di Maria nella nostra vita terrena.

Tutti conosciamo benissimo i’episodio evangelico delle Nozze di Cana. Mentre nessuno si accorge che il vino si stà esaurendo Maria è talmente attenta e premurosa che subito avvisa Gesù “ Non hanno più vino “ gli dice. Fosse venuto a mancare, la festa di nozze sarebbe stata rovinata irrimediabilmente con grande dispiacere degli sposi che probabilmente neppure se ne stavano rendendo conto. Il vino in una festa rappresenta la gioia e Maria non vuole che questa venga a mancare. Mi pare di vederla presente alla festa  attenta ad ogni dettaglio, è disponibile come sempre al servizio è una festa di nozze l’inizio della vita di una nuova famiglia, no non può permettere che inzi male. Queste sono alcune delle pochissime parole di Maria che il Vangelo menziona “non hanno più vino”. Parole che essa sembra ripetere a Gesù quando vede i figli che le furono affidati sotto la croce allontanarsi da Lui,essa ancora dice al Figlio” non hanno più il vino della gioia vera e non se ne accorgono “.
Nelle  sue innumerevoli apparizioni la Madonna ha portato si messaggi di gioia ma soprattutto  di attenzione nei nostri riguardi ripetendo ancora le parole che disse alle nozze di Cana” fate quello che vi dirà”. Volete il vino della gioia e della serenità? Ascoltate Gesù, ascoltate il Vangelo. Queste sue apparizioni ci fanno vedere la Madre che non riesce a dormire finchè il figlio è fuori di casa, nel buio e nei pericoli della notte, ne attende il ritorno non può dormire.. Maria è si in Paradiso ma sembra ancora” soffrire” si interessa dei suoi figli li segue nel loro pellegrinaggio terreno con tenera premura e tanto amore. Ultimo pensiero di questa breve riflessione, non possiamo pensare alla Madonna senza pensare anche ai nostri cari che già vivono con lei la beatitudine del Cielo. La Chiesa ricorda tutti i Santi nelle feste del mese di novembre e sappiamo bene che esiste una comunione dei Santi.  I nostri cari sono tra quelli che son tornati a Casa e ora con Maria attendono il nostro ritorno, con lei pregano e intercedono per il nostro bene. Quale gioia quale meraviglia pensare a questa sublime verità, la comunione dei Santi, tutti uniti tutti legati da un filo invisibile ma reale ogni nostra preghiera coinvolge tutti , noi ancora pellegrini e chi attende il nostro arrivo.
“Maria” le diciamo “dacci il vino della gioia” 
“ Fate quello che vi dirà” non si stanca di ripeterci.

sabato 14 maggio 2011

I’LL FOLLOW THE SUN (SEGUIRO’ IL SOLE)

Senza ombra di dubbio,
il Pastore per eccellenza del cristiano è Gesù.
Sì, per prima cosa vorrei mettere in evidenza questo aspetto fondamentale  nella vita del credente:
Gesù è Pastore ovunque, in ogni ambito di vita.
Nella ricerca scientifica, nel campo medico, nel sociale, sul posto di lavoro, negli scranni di Montecitorio, nelle aule di tribunale, nei condomini, nell’ambito familiare, nella sfera sessuale
e perché no, lasciatemi esagerare , anche in quello parrocchiale!
Cioè, il cristiano nelle sue scelte di vita, dalla più banale alla più fondamentale, segue Gesù.
A riguardo mi fanno sbellicare dal ridere (ecco, non posso usare altre espressioni e ne sono sinceramente dispiaciuto) quei cristiani che di fronte a particolari problematiche, ad esempio solo per citarne una l’aborto, si accomodano e iniziano a contare i giorni, le settimane e i mesi… per commettere un omicidio.
Ma siamo seri.
Io non ci penso neppure lontanamente che un non  credente debba preoccuparsi del  Vangelo…
Ma di grazia, un cristiano come può macchiarsi di questo male?
Male commesso pienamente anche solo stando in silenzio.
Chi è cristiano davanti agli uomini non può negare la Verità! 
“In quel tempo, Gesù disse; «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.”            
Scusate, è il Vangelo  che ce lo dice con estrema chiarezza:
O segui  Gesù, il Pastore;
o segui il ladro e il brigante, il demonio.
Lo dico con serenità ma anche con profondo dispiacere:
Non si possono indossare camaleontici perversi panni di pii credenti in ambiti parrocchiali o quando ci servono vari consensi e
poi accomodarci in altri consessi o ancora quando tocca decidere sui fatti della nostra vita e scegliere per la morte.
Ogni cristiano nel mondo, deve sentirsi chiamato  in causa dal Pastore  Supremo  ad essere pastore.
Forse non ci abbiamo mai pensato, ma le nostre azioni, il nostro vissuto quotidiano, viene interpretato dal mondo che ci circonda come segno della Presenza di Dio o
anche dell’assenza!
E’ meraviglioso e nello stesso tempo tremendamente serio!
“Voi siete il sale della terra;
Ma se il sale perdesse il sapore…?
A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini  
C’è dell’altro…
Il Pastore e le pecore smarrite.
Sì, ci sono gli uomini che vivono nella conoscenza e nella Verità,
che dai Sacramenti e dall’Incontro con la Parola traggono la loro vita,
che “frequentano” positivamente gli ambiti parrocchiali
e ci sono quelli che si perdono.                 
Cristo è Pastore anche di questi nostri fratelli.
La Chiesa tutta è inviata dal Pastore anche da questi fratelli.
Cioè il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, tutti i Cristiani sono in missione perenne verso il mondo degli uomini persi.
Mi direte che è scomodo,
che è  una perdita di tempo,
che uno su mille ce la fa, 
che a volte ci possono fare male,
che certi luoghi non sono per noi…
E’ verissimo ma:
Questi nostri fratelli hanno bisogno di conoscere la Voce di Dio:
“…cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.” 
Questi uomini se non “conosceranno” la Voce di Dio non potranno mai seguirLo.
E vi posso assicurare che, invece,  la voce del mondo ha molti profeti,
perennemente al lavoro,
solerti, pieni di zelo e …
di morte.
L’annuncio di Pasqua è  atteso dai lontani,
da coloro che vivono nelle tenebre e aspettano la Luce.
Che Chiesa siamo se non ci mettiamo alla ricerca della pecorella smarrita?
Certamente non siamo di Cristo.
Sapete Lui “ci precede in Galilea”, sempre.
In ogni posto che frequentiamo per amore di Gesù vi posso assicurare che Lui è accanto,
che nel cuore si sperimenta la dolcezza, la pace anche in mezzo alle “taccarate”.
Che se Gesù è con te tu detesti e respingi il male ma ami il peccatore.
Credimi, c’è un mondo di fratelli disperati che attende di incontrare Cristo in un cristiano.      
Non si tratta di paroloni da dire o di saperci fare.
Si tratta di Amore.
Guai a noi se non annunziassimo il Vangelo al mondo.
In questa sensibilità può aiutarci molto, ma non è comunque componente indispensabile, ricordare il giorno in cui Qualcuno si è messo in cammino per noi,
in mezzo ai pericoli per raggiungerci e portarci Gesù.
Vorrei dire, ricordando il mio giorno, che:
 “Come sono belli i piedi di coloro che portano un lieto Annuncio”.
Riflettendo sulle tante situazioni di vita, personali e non, mi rendo conto che a chi molto è stato perdonato …
molto ama.
Riscoprire nelle nostre parrocchie l’urgente bisogno di una “pastorale per i lontani”che, nelle nostre città non sono più così lontani fisicamente;
riscoprire la necessità di evangelizzare i nostri quotidiani con la testimonianza concreta,
come genitori,
come cittadini,
come quello che sei tutti i giorni.
                        un servo inutile

mercoledì 11 maggio 2011

Un grande dono, nelle relazioni con gli altri trovo Gesù

Ho conosciuto persone stupende che mi stanno aiutando a crescere nella fede ti rangrazio Signore per questo grande dono
Cuore divino di Gesù confido in te, concedimi di amarti sempre di più

domenica 8 maggio 2011

Entrare nella stanza del nostro cuore per trovare Gesù

I due discepoli non ti hanno riconosciuto Gesù, mentri camminavi con loro,ma quando non ti videro più con gli occhi fisici ti ricononebbero con gli occhi della fede.Non ti facevi più vedere ma eri ancora presente come lo sei tutt'ora. Tu Gesù vuoi che coltiviamo la nostra interiorità perchè è lì che ti troviamo .

venerdì 6 maggio 2011

THE LONG AND WINDING ROAD (LA LUNGA E TORTUOSA STRADA)


In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli erano in cammino…
Una passeggiata come tante della nostra vita;
una di quelle piene di amare e deluse speranze…  
La pagina dei due discepoli di Emmaus è intrisa di significati profondi, che ci sono così utili ancora oggi a noi, viandanti di duemila anni dopo.
Gesù risorto che si fa nostro compagno di viaggio e noi che non ce ne rendiamo conto.
Due discepoli, con il cuore triste per la perdita dell’amico in cui avevano creduto e sperato, fanno un breve tragitto, da Gerusalemme ad Emmaus, pochi chilometri che hanno però in “palio” tutto  il cammino di una vita.
Questi due uomini sono figura di tutta la Chiesa e quindi anche nostra, cioè  mia e tua,
ma anche di tutta l’umanità che è alla ricerca della vita.
Una Chiesa, degli uomini in cammino, alla ricerca della Speranza, della felicità perduta….!
Già, chissà in quante situazioni di vita ci siamo sentiti come i due discepoli di Emmaus:
delusi, amareggiati, con il non sapere dove mettere la faccia..!
Sì, effettivamente ci sono situazioni di vita in cui ci vergogniamo di noi stessi;
delle nostre scelte “cristiane”;
ci vergogniamo di aver creduto con tutte le nostre forze.
Una vita di fede che diviene una delusione cocente.
Magari abbiamo fatto delle scelte di vita forti, corrette, cristiane e poi, invece di ottenere e raggiungere dei traguardi, degli obiettivi, ci siamo accorti di aver sbagliato tutto, di essere stati così ingenui nel credere che anche noi avremmo potuto, come il  Figlio di Dio,
amare non resistendo al male e non ritrovarci nella morte.
Ti guardi intorno e capisci che solo tu sei stato così “forestiero” a buttarti in questo amore, ad aver sprecato gli anni migliori della tua vita….!
“Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?”
E la cosa peggiore è che ti ritrovi con un bel niente fra le mani  e cosa ancor più triste con un buco nell’anima.
Magari almeno  casa tua fosse stata “risparmiata”…
Sono certo che questi erano i pensieri dei due discepoli di Emmaus, uno di nome Cleopa e l’altro di nome sconosciuto.
Che strano il secondo discepolo di Emmaus  non ha un nome…
Vogliamo provare?
Il secondo discepolo ha il mio e il tuo nome…
Approfittiamo della possibilità che ci lascia L’Evangelista Luca;
forse, sai, potrebbe essere Dio che ci invita a…
Autonominarci noi come l’altro discepolo di Emmaus.
E lo sai perché?
Perché per arrivare a capire la nostra vita abbiamo bisogno di rimetterci in cammino con Cristo;
Abbiamo bisogno di riappropriarci della resurrezione, di vivere l’Eucarestia e nell’Eucarestia!
Questi due discepoli che hanno perso le loro speranze, che hanno perso se stessi, rappresentano anche tutta l’umanità, un’umanità che ha perso l’immagine di Dio nel proprio quotidiano.
Le amare cronache delle nostre città ormai sono icona dell’uomo senza più il volto di Dio.
Per anni abbiamo sperato di rimanere sempre noi gli spettatori alla finestra della televisione di un mondo che ci fa paura…
E invece ci siamo ritrovati noi a vivere in una società che si è persa per strada,
dove le nostre città sono diventate dei luoghi violenti da cui difenderti
 e c’è questa morte che spinge per entrare nelle nostre famiglie.  
L’uomo che ha paura e nello stesso tempo fa paura.
Dove sono finite le certezze e  le speranze per le quali abbiamo investito tutti i nostri giorni?
E’ un’umanità che ha bisogno di essere accompagnata per strada da Cristo perché si è persa..
La strada che divide Emmaus da Gerusalemme è una strada che percorriamo tutti i santi giorni;
ognuno di noi nel suo vissuto.
Siamo partiti soli e ci ritroviamo con Lui.
La cosa sorprendente è che Dio vuole percorrere questa strada con noi;
Dio vuole percorrere la storia con ognuno di noi, non importa se è una storia squallida, fatta di miserie, di paure.
Non importa se è una strada che attraversa un “braccio infame” di un carcere;
o se è la strada che attraversa la tua malattia;
o se è la strada che attraversa i tradimenti di tuo marito;
o se è la strada che attraversa il fallimento della tua vocazione;
o se è la strada che attraversa la morte della persona a te più cara;
o se è la strada che attraversa la tua voglia di “andar via”per sempre.
Gesù sapeva che ti avrebbe incontrato su quella strada.
Siamo io e te che non lo sappiamo o non lo vogliamo sapere. 
Lui non si schifa di fare questo percorso con te  e sa bene che strada facendo tu Gli addosserai  tutte le tue accuse, che riceverà da te tutta la tua rabbia che nasce dal dolore che provi.
Caro fratello, è lo stile di Dio farsi compagno di viaggio dei più miseri, di coloro che hanno perso nella vita.
Io, tu, noi , il mondo, non possiamo camminare da soli, ci perderemmo come già ci siamo persi.
Stiamo scappando dalla nostra Gerusalemme,
dal luogo dove abbiamo sperimentato la Croce e in questa fuga ci imbattiamo in Cristo;
in Cristo che si fa cibo per me e per te.
Questo incontro ci dona la vita:
Lui si fa Eucarestia per me e per te.
“E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.”
Sai, si invertono i nostri cammini;
Sai, si ritrova il coraggio di vivere;
Sai, la dignità di Figli di Dio, persa nel peccato, ci viene restituita pienamente in Cristo.
Il cristiano che vive l’Incontro con il Risorto è l’uomo nuovo che cambia il mondo.
La vita trasformata in Gesù diviene testimonianza senza più la paura e senza nessun compromesso con il male:
Sei un pubblico amministratore?
E sei onesto in Cristo, tutti i giorni, in ogni luogo.
Sei un operaio?
E lavori in Cristo, tutti i giorni, in ogni luogo.
Sei un datore di lavoro?
E ami Cristo rispettando la vita di chi ti è stato affidato, tutti i giorni, in ogni luogo.
Sei un prete?
E spendi tutta la tua vita in Cristo per le anime che Lui ti ha affidato.
Potremmo andare avanti per centinaia di pagine…
Il disegno di Dio in te:
fare di Cristo il cuore della tua vita. 
 Emmaus-Gerusalemme,
andata e ritorno veloce guidati dall’Amore di Gesù.

                                                                                                servo inutile  

giovedì 5 maggio 2011

Con la gioia di Gesù risorto nel cuore....riflessione di una cara amica di nome Caty


Con la gioia di Gesù risorto nel cuore, inizio questo momento di agape…
Poco più di una settimana fa abbiamo vissuto la tristezza del venerdi santo dove si assiste al martirio di Gesù ….sino alla morte di croce
e subito dopo… “l’assenza” del Sabato Santo che porta nell’animo ancora più sgomento… l’assenza di Dio….
vissuta senza celebrazione, senza eucaristia… senza suono di campane … proprio per marcare il vuoto che si crea quando il Signore non è più con l’uomo…
personalmente vivo il sabato santo come un dramma….il dramma del silenzio di Dio….
si giunge però alla gioia del “mattino dopo”, quando le donne recatesi al sepolcro lo trovano vuoto…


La liturgia a questo punto pone l’ attenzione sulle apparizioni di Gesu’ risorto..
Egli appare alle donne… agli Apostoli… certamente appare alla sua mamma anche se di questo incontro il vangelo non parla …. Appare anche ai discepoli che addolorati si allontanano da Gerusalemme e tornano ad Emmaus, il loro paese, quasi volendo fuggire dalla croce… ed è su
questo episodio che desidero soffermarmi ..
I due discepoli tristi e delusi, tornano a casa turbati…. mi sembra di vederli… ( quante volte abbiamo provato il loro stato d’animo)…


Lungo la via , parlano della loro amarezza nell’ aver visto morire in croce,dopo orrendi supplizi, quello che pensavano fosse il Salvatore del mondo ..
e strada facendo “qualcuno” si unisce a loro e chiede il perché di tanta tristezza ..parlano dei fatti accaduti… raccontano il peso che hanno dentro il cuore :
Gesù è stato condannato, è morto sulla croce...non può essere lui il Salvatore promesso.
Sebbene egli spieghi loro le scritture…Tardi di cuore…non doveva il Messia patire tali cose, ed entrare poi nella sua gloria?”, chiusi nel loro dolore i due non riconoscono colui che li accompagna sul loro cammino.
Giunti presso la loro dimora, il “forestiero” fa il gesto di continuare il viaggio ,
ma essi lo pregano di rimanere con loro .. perché si sta facendo sera….
Non è tanto un gesto di cortesia verso lo sconosciuto,quanto il bisogno di restare in sua compagnia, di ascoltare ancora la sua parola che accende nel cuore un ardore insolito..
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.Ma lui sparì dalla loro vista.
Ed essi si dissero l’un l’altro:“Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi ?...
Nello spezzare il pane Gesu’ sparisce dai loro occhi…ma rimane presente in quel pane…
“Non vi lascero’ orfani .. saro’ con voi fino alla fine del mondo…” dira’ prima di salire al cielo ..
Gesù si fa riconoscere in un clima di preghiera e intimità …
Se in molti credenti la fede è fredda, quasi addormentata, incapace di trasformare la loro vita,
spesso il motivo va ricercato in una mancanza di preghiera profonda
e di intimità personale con Cristo.
Molti credono in Gesù e accettano quello che la scrittura e i vangeli dicono di Lui;
ma non credono in lui come una persona tuttora viva e presente
che vuole essere il compagno del loro cammino, l’amico, l’ospite del loro cuore.
Non si sono ancora incontrati con lui nell’intimità della preghiera ,
del sedersi insieme a mensa per spezzare il pane. Per costoro il banchetto eucaristico è un semplice rito simbolico; non è un cibarsi di Cristo morto e risorto per la loro salvezza,


un accoglierlo vivo e palpitante nel loro cuore per intrattenersi amichevolmente con lui.


“Resta con noi”. Soltanto con il desiderio dell’incontro intimo e personale col Signore
si accendono la fede e l’amore e si diventa capaci di accenderli in altri cuori.


Faccio mie e condivido con voi le parole di una preghiera di Lorenzo da Ponte:


O buon Gesù, resta con me perché nell’anima mia si va oscurando la luce della fede, e si va raffreddando il fervore della carità; se tu te ne andrai, diventerò notte oscura e fredda.
Resta con me, Signore, perché il giorno della mia vita va declinando e ho più che mai bisogno della tua presenza….
Resta con me, Signore, perché io possa realizzare il mio desiderio e giungere alla vita eterna per rimanere sempre con te.


E concludo con una breve poesia :


Verso Emmaus… negli occhi il pianto ..ma Gesù era loro accanto
Spiegava loro lungo il cammino le Scritture, il pensiero divino
Erano tristi, non l’han conosciuto Il cuore deluso, il Signore perduto.
Rimani con noi perché si fa sera, dolor nei ricordi.. il cuor che dispera,
A cena insieme: il pane spezzato si aprirono gli occhi…Gesù ritrovato!!!
Mestizia..dolore… tutto sfumato… è Lui, è risorto…e ognuno ha salvato..
Lo riconobbero e sparì: era il Signore..ecco perché nel sentirlo batteva forte il cuore.
Gesù, in ogni istante mi sei vicino, passo per passo, nel mio cammino
Piccola figlia che in te crede e spera.. rimani con me perché si fa sera.



domenica 1 maggio 2011

Incontrare Gesù risorto, come?





Posso fare esperienza di Gesù risorto attraverso la confessione dei peccati, apparendo ai discepoli Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».