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sabato 20 agosto 2011

VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE




Penso alle tante situazioni delle nostre giornate in cui affrontiamo dei dialoghi con il nostro prossimo.
Nei posti più disparati tipo in ufficio, al bar, dal medico, in parrocchia, dal parrucchiere, in carcere, in coda per entrare in un museo, fra auto incrociatesi e ferme nel bel mezzo di una strada, nella cittadina dove vivo capitano spessissimo questi blocchi stradali, pare che sia normale…
Questi sono i luoghi comuni (o quasi);
Gli argomenti?
In genere si parla  di tasse e crisi economica, di pettegolezzi di vario genere, di donne (o di uomini), della posizione presa, condivisibile o meno,  da quel settimanale sulla storia dei nostri giorni, di fatti di cronaca tipo l’ultimo disumano omicidio avvenuto in famiglia, di disoccupazione e gratta e vinci, di problemi di salute…

“In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”
Diciamoci la verità: è una domanda poco comune, che non ci poniamo e che non rivolgiamo al nostro prossimo;
senza voler dispiacere nessuno devo dire che neppure in luoghi tipo la parrocchia questa domanda circola molto…
D’altronde se venisse  qualcuno a chiederci per strada “chi è per te Gesù” penseremmo subito questo è “esaurito” o ci vuole vendere qualcosa o appartiene a qualche gruppo fuori dalla Chiesa alla ricerca di proseliti o ha la “capa fresca” con tutti i problemi che abbiamo da affrontare oggi!.

Sapete, è un brutto segno che ci fa intendere che abbiamo fatto “accomodare” fuori dalla nostra vita proprio Lui, Gesù, che Gesù non c’entra con la nostra vita!
Allora, caro fratello, cerchiamo di capire se Cristo ha a che fare con la nostra realtà quotidiana, se i problemi che abbiamo trovano in Gesù una soluzione,
lasciamoci rivolgere la domanda che per il cristiano vale una vita:
ti avverto, è una domanda particolare perché ci mette in discussione non come filosofi ma concretamente come viviamo.
Francesco, Raffaele, Domenico, Simona, Fiorella, Michele, Angela…
 per te chi è Gesù Cristo?
Gesù non fa questa domanda ai suoi discepoli perché ha una crisi d’identità…
Gesù vuole che i suoi discepoli conoscano la loro identità….!
Se sei vero cristiano devi sapere chi è nella tua vita Gesù Cristo!
Da questa risposta personale puoi capire di chi sei discepolo.
Il cristianesimo non è un’ideologia, una bella dottrina morale ma è “il mio rapporto con Gesù”, io sono come Gesù, amo come Gesù!
Guarda che è fondamentale per ognuno di noi conoscere veramente chi è Cristo, da questa conoscenza si concretizza il nostro rapporto con Lui e con il prossimo.
D’altronde, le stesse risposte degli apostoli non sono andate oltre il riconoscere Gesù come un profeta.
Ma Gesù non è solo un profeta!
Gesù non è solo un “guaritore” che invochiamo in certi frangenti della nostra vita;
Gesù non è un dio un po’ strano ed incomprensibile da tenerci buono con qualche preghiera onde evitare che ci accadano fatti brutti…..;
Gesù non è un ansiolitico che ci toglie l’insostenibile oppressione della vita.

Vuoi sapere chi è per te Gesù?
Chiedilo alle azioni della tua vita, al tuo comportamento quotidiano, al rapporto che hai con il prossimo, al rapporto che hai con il tuo corpo, al posto che occupa il denaro nella tua vita.
Questa è la risposta che la nostra carne dà alla domanda di Dio.
Questa è la risposta che noi diamo concretamente e quotidianamente a Dio.
Poi, caro fratello, c’è una risposta che non viene dalla nostra carne ma che viene dallo Spirito di Dio che ogni cristiano battezzato ha, è la risposta di San Pietro:
“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
La risposta di Pietro è la risposta che lo Spirito Santo può e vuole dare in ognuno di noi.
E’ la risposta del figlio che conosce il Padre, è la risposta molto compromettente, che ci impegna ad essere figli del Dio vivente.
Figli della vita e non della morte.
Dio che ama l’umanità ha dei figli che amano l’umanità, in tutte le sue culture, colori e diversità…..
Amare come Gesù ama è quanto viene chiesto ancora oggi ad ognuno di noi, in ogni condizione sociale di vita:
Sei un politico? Ama e servi come Gesù;
Sei un genitore? Ama e servi come Gesù;
Sei un ordinato? Ama e servi come Gesù;
Sei un commerciante? Ama e servi come Gesù…

Ogni furto, ogni menzogna, ogni adulterio, ogni peccato verso il prossimo, fosse anche una tassa non pagata, testimonia che Gesù per te non è il Figlio di Dio! 
Predicare di essere di Cristo e non essere segno concreto della Sua presenza è uno scandalo insopportabile!
Fratello mio, può essere ripetitivo ma com’è importante (ed impegnativo) fare come Gesù!

Voglio salutarti questa settimana con un racconto lasciatoci da  un certo San Francesco d’Assisi, per caso hai mai sentito parlare di questo diacono Santo?

Un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria degli Angeli, chiamò frate Leone e gli disse: “Frate Leone, scrivi”. Questi rispose: “Eccomi, sono pronto”.

“Scrivi cosa è la vera letizia”.
“Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine; scrivi, non è vera letizia.
Così pure che sono entrati nell’Ordine tutti i prelati d’Oltre Alpe, arcivescovi e vescovi, non solo ma perfino il re di Francia e il re d’Inghilterra; scrivi: non è vera letizia.
E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io abbia ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da far molti miracoli ; ebbene io ti dico: neppure qui è vera letizia”.

“Ma cosa è la vera letizia?”

“Ecco, tornando io da Perugia nel mezzo della notte, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all’estremità della tonaca, si formano dei ghiaccioli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi sei?” Io rispondo : “Frate Francesco”. E quegli dice: “Vattene, non è ora decente questa di arrivare, non entrerai”. E mentre io insisto, l’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai, noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”. E io sempre resto davanti alla porta e dico : “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”.

E quegli risponde: “Non lo farò, vattene dai Cruciferi e chiedi là”.

Ebbene, se io avrò avuto la pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui la vera virtù e la salvezza dell’anima”.

                 Abbiamo un po’ di strada da fare…, forse…
                     Ma scusa, voglio chiederlo ancora,  per te chi è  Gesù?
                    un servo inutile che lentamente e suo malgrado percorre la strada della perfetta letizia

martedì 14 giugno 2011

LA PAURA NON ESISTE



E’ il compleanno della Chiesa,
ma non sono migliaia di anni, la Chiesa è sempre una giovinetta…
Sapete, lo Spirito Santo ci rende sempre freschi, giovani e rinnovati!
Tutti noi cristiani siamo chiamati a ritrovare l’unità non nelle nostre debolezze, ma unicamente nello Spirito Santo!
Sai, gli apostoli erano riuniti nel cenacolo, impauriti per tutti i pericoli del mondo esterno.
Avevano una paura terribile delle persecuzioni, avevano paura di non essere all’altezza, di confrontarsi con dei “prossimi” così diversi e insolenti…
Ad essere sinceri, una situazione molto simile a quella che stiamo vivendo oggi, come Chiesa.
Gli apostoli erano chiusi in loro stessi con la paura di morire;
sì perché andare verso l’altro significa spesso morire a noi stessi.
Grande era ed è la tentazione di cambiare il Messaggio, renderlo più “umano”, di lasciare perdere, di scappare dalla missione che Gesù stesso ha donato ai suoi.
Queste sono le strade umane, i pensieri dell’uomo ma…
lo Spirito Santo trasforma pochi uomini pavidi, in uomini coraggiosi, capaci di andare verso il prossimo, prossimo che fino a pochi istanti prima era per loro nemico.
Questa era ed è la Missione della Chiesa:
Portare al mondo l’Amore e la Verità di Dio
Questa Parola è viva ed attuale ancora oggi nella Chiesa!
La Chiesa senza lo Spirito Santo è succube della paura, è incapace di trovare la comunione in sè e fuori di sè.
Ritrovare la “Koinonia” in Cristo ed essere segno per il mondo.
Questa Parola permette di ritrovarci, di stringerci la mano e dire che il muro di separazione che era frammezzo è stato abbattuto da Gesù, grazie a Lui tutti gli uomini possono riconciliarsi e perdonarsi di vero cuore.
La Presenza dello Spirito Santo fa di tutte le genti un solo popolo.
Spero che abbiate fatto almeno una volta nella vita questa esperienza.
A me è capitato di farla in un posto molto particolare,
uno di quei posti dove neanche te lo immagini possa entrare lo Spirito Santo:
In carcere.
In una sezione dove gli occupanti non hanno rubato una mela al mercato…
Io ho visto che la Presenza dello Spirito di Dio è potente, efficace, ricostruisce l’uomo dal di dentro.
Dona all’uomo la dignità di Figlio di Dio.
Molti uomini non sono consapevoli di questa dignità;
spetta ai cristiani portarla nei posti dove l’uomo ha perso l’immagine di Dio.
I luoghi dove portare la presenza di Dio, non illudiamoci, non sono solo le carceri, magari…
Oggi è urgente portare la Presenza dello Spirito Santo sul posto di lavoro, in Parlamento, nella politica, sulle strade, nei condomini, nelle famiglie.
La cosa più triste, la vera sconfitta è quando il discepolo si convince che questo Amore è per pochi eletti “buonini”, quando essere cristiani diventa far parte a sé, sentirsi tirati fuori dai destini degli altri.
La differenza fra chi non conosce Cristo e i cristiani è proprio nel perdono, nel ricominciare a costruire insieme, anche se ci sono diversità, incomprensioni.
Lo Spirito Santo ci porta tutti a ritrovare la via dell’Unità..
“E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi!”
Sì, cari fratelli, la Presenza di Cristo è fonte di Gioia e di Pace, è la via per ritrovarci tutti mano nella mano e dimenticare tutto il male ricevuto e fatto.
Il mondo ha bisogno di questa testimonianza veritiera, una testimonianza che ha più forza di tante parole.
E’ un Vangelo universale;
è la Chiesa universale, che vale per tutti gli uomini.
I discepoli che hanno ricevuto lo Spirito Santo, una volta in mezzo alla gente, non si preoccupano di farsi un nome;
non cercano una loro affermazione personale.
Il compito di questi uomini è stato ed è ancora oggi portare Cristo.
Nel cristianesimo il discepolo è discepolo per sempre perché il Maestro è solo Uno: Cristo.
Le mire dell’uomo sono assumere potenza, divenire padrone;
l’uomo nuovo in Cristo è servo.
Così è nata la Chiesa e questa è ancora oggi la Chiesa..
Quando agisce lo Spirito Santo, non si parla di annientamento ma si parla di una nuova costruzione, diversa dalla torre di Babele, dove ognuno parlava una lingua diversa che creava incomprensione, divisioni.
Nella Pentecoste , seppur in lingue diverse, gli apostoli costruiscono, guidati dallo Spirito Santo, la CHIESA.
Noi come Chiesa esistiamo grazie allo Spirito Santo e abbiamo ragione di esistere se ci lasciamo guidare da Lui.
I carismi che il Signore ha donato ad ognuno di noi sono da mettere in comune, al servizio di tutti.
Ogni essere umano è una creatura irripetibile, che Dio ha voluto da sempre.
Non conta niente se sei ammalato in un letto di sofferenza da sempre e per sempre o se sei una persona brillante;
quello che conta è l’Amore di Dio che hai in te.
Se non hai questo amore allora davanti a Dio sei “stonato”.
Il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, i diaconi, il Popolo Santo di Dio, tutti siamo chiamati al servizio nella vigna del Padre come umili e miti operai.
Il mondo ci guarda, guarda alla Chiesa con speranza o con un grande giudizio negativo…,
ma da Lei aspetta il “Lieto Annuncio” che la morte vera è stata sconfitta.
Questo annuncio non viene fatto a parole, ma con la vita concreta.
E’ fondamentale per noi cristiani essere testimoni sinceri di questa Verità.
Fratelli, Cristo quando appare agli apostoli le prime parole che dice sono “PACE A VOI”.
Bene, come cristiani abbiamo il dovere di ricercare la Pace, di ritrovarci in Pace.
Prima la Pace in noi, nella Chiesa e poi portarla al mondo.
La Pace di Cristo nasce dal Perdono della Croce.
La Liturgia che il Signore gradisce è questo Amore.
Ricominciamo a camminare insieme tenendoci per mano,
il mondo attende questo segno di Dio.
Solo così le genti seguiranno il Maestro.
Ricominciamo dal Perdono…
La Presenza dello Spirito Santo spinge la Chiesa nel mondo,
guai a noi rimanere chiusi nei nostri cenacoli.
C’è un cenacolo più grande che aspetta il cristiano ripieno dello Spirito Santo:
il mondo.
C’è il mondo che aspetta degli uomini che in Cristo sappiano rinunciare al denaro, al potere, al rendere la donna o l’uomo come degli oggetti.
E’ questo il tempo di uscire dai luoghi protetti e vivere nel mondo senza appartenere al mondo.
Per troppo tempo siamo stati rinchiusi, in un silenzio che ha poco o nulla di Resurrezione e di Pentecoste!
Basta con i silenzi di fronte ad ogni tipo di male.
Dove c’è lo Spirito Santo c’è la vita.
un servo inutile

martedì 31 maggio 2011

PERDERE L’AMORE



Il primo versetto di questo Vangelo ci mette dinanzi ad una scelta di vita concreta:
“ Se mi amate, osserverete i miei comandamenti…”
Con molta sincerità, non per togliervi dal cuore delle belle immagini ideali del nostro essere cristiani ma, se non osserviamo i comandamenti di Cristo… non siamo di Cristo.
E Gesù non si riferisce solo ai dieci comandamenti; questi sono l’inizio.
Lui va ben oltre.
Il Comandamento dell’Amore.
Quando parliamo d’amore intendiamo spesso molte cose, lo personalizziamo a nostro piacimento fino a ridurlo a volte ad uno squallido sepolcro di vita.
Quante bassezze riesce a commettere l’uomo catalogandole poi come “fatte per amore”.
Per amore si toglie la dignità;
per amore si uccide;
per amore si violenta;
per amore si diventa indifferenti verso il prossimo
Ma tutto questo non c’entra niente con l’Amore di Dio.
Il cuore dell’Amore cristiano è la donazione.
Ritengo sia inutile parlare di grandi segni del cristianesimo se non ci riappropriamo dei segni quotidiani dell’amore di Dio.
Scendere nei nostri piccoli vissuti quotidiani e poi portare questa notizia nuova al mondo.
Dove voglio andare a parare?
Se non trasmettiamo Cristo nelle nostre famiglie non troveremo più Cristo nella società.
Il mondo non vede Dio;
il cristiano sì!
La “scuola” per eccellenza dei cristiani è la famiglia.
Non possiamo “delegare” la trasmissione della fede ai sacerdoti e alle parrocchie.
Il demonio è un catechista furbo:
per abbattere la Chiesa,
colpisce le famiglie.
Se ai nostri figli non insegniamo con i fatti che amare significa donarsi, loro impareranno dal mondo cosa significa amare…
Al cristiano Cristo fa un dono straordinario:
“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce”.
Il mondo non Lo conosce;
il cristiano sì.
Di fronte a questa conoscenza io e te abbiamo delle responsabilità,
non possiamo abdicare, rinunciare ad essere di Cristo.
Ripensiamo al nostro essere “Chiesa” come una grande famiglia di famiglie radunate dallo Spirito di Dio.
E come famiglie dobbiamo dare segno della presenza divina nel mondo.
C’è una santità che bussa alle porte del nostro quotidiano,
nel semplice vivere la vita di tutti i giorni in Cristo.
E’ la vera santità.
Ed è la testimonianza più penetrante per il mondo.
Come cristiani dobbiamo scrollarci di dosso anche quegli atteggiamenti che, pur sembrando consueti, diventano un “cancro” per la nostra società.
Il cristiano non è omertoso;
dice la verità;
non paga ( e non chiede chiaramente) tangenti o pizzo;
scuote le mani e non accetta favori;
sul posto di lavoro, qualsiasi esso sia, è di esempio;
quando guida rispetta la propria vita e quella del prossimo;
rispetta la natura come un dono di tutti gli uomini;
quando vede il male non “gira la faccia dall’altra parte”.
L’elenco si potrebbe fare lungo di decine di pagine della nostra vita...
Altra cosa da riscoprire è il senso della gioia della vita in Cristo.
E’ consolidata, a volte non a torto, l’idea che la vita del cristiano sia grigia, piatta, che sa di luoghi chiusi…
Qui noi cristiani adulti dobbiamo fare un esame di coscienza e rivedere il nostro modo di rapportarci ai bambini, ai ragazzi ed ai giovani, di come trasmettiamo loro la fede.
Partendo dal presupposto che il Vangelo è il Lieto Annuncio…
No, certo non stravolgendo la catechesi, anzi.
Ma divenendo noi adulti per primi testimoni della gioia!
Ed infine, nel farmi compagno di viaggio con tanti fratelli, riscopro questo:
il bisogno di sentirsi parte di un corpo.
Questo bisogno a volte si manifesta nella necessità di essere semplicemente ascoltati.
Di conseguenza il cristiano è anche l’uomo dell’ascolto:
si diviene consolatori per mandato del Consolatore…
Quanta aridità di buoni ascoltatori c’è intorno a noi!
Mi rendo conto che una parola buona messa nel cuore di un uomo al momento giusto può evitare tanto male.
Nel mio ministero ascolto il mio prossimo, sempre.
Credetemi, il consiglio cristiano è importante a volte come una mano tesa ad un uomo che sta per annegare.
Negare questa carità è gravissimo!
Combattere la fretta e la superficialità che ci sembrano delle scelte necessarie in questo mondo ma che in realtà divengono delle gravi colpe.
Cristo si è sempre fermato davanti all’uomo sofferente;
si è fermato anche e soprattutto con l’uomo ingannato dal peccato.
Anche noi dobbiamo fare così.
Cari fratelli, come vedete la vita nello Spirito Santo è in totale contrapposizione alla vita secondo la carne.
Ma…
“Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”
Sarebbe grave perdere l’amore…
Un servo inutile

sabato 21 maggio 2011

IT’S ONLY LOVE (E’ SOLO AMORE)



E in certe stagioni della vita come si fa?
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore.”
Senza mezzi termini questa pace nel cuore, nella vita, dentro e fuori di noi…
non scaturisce da una buona classe politica,o da una perfetta organizzazione sociale,
da un fine settimana da sballo, o da un buon psicoterapeuta…
Forse è proprio la storia dell’umanità che ce lo insegna;
magari ce lo insegna anche la mia e la tua vita…
Sai, è il frutto di una Presenza:La Presenza di Dio in noi.
La Presenza che è anche certezza che il nostro vivere presente è proiettato nel vivere per sempre in una Casa:
“Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.”
Quanto dei nostri vissuti quotidiani sono impregnati di questa Vita che ci aspetta?
Ho paura che i nostri giorni abbiano perso questa prospettiva che, per il cristiano, è il senso della vita, il senso vero ed esclusivo di questo nostro passaggio terreno.
Vivere i giorni che il Signore ci dona con questa conoscenza e certezza è diverso che viverli così come vengono.
E’ troppo pesante il vuoto vivere del mio tutto senza Cristo.
Da quanto tempo non ascolto che i nostri giorni terreni passeranno e lasceranno il posto alla vera vita nella Casa del Padre.
Parliamo di tanti aspetti della vita, anche di quelli che non cogliamo fisicamente, che ci fanno più prurito ma della vita eterna non ne parliamo quasi mai.
Quante volte in questi giorni ascoltiamo con intensa morbosità tutte le previsioni di fine del mondo, di date che sono eventuali segni premonitori…
E dimentichiamo la parte più importante di tutto questo nostro parlare, di tutto il nostro vivere!
Se ci lasciamo rubare la vita eterna, come cristiani siamo dei falliti.
Abbiamo paura, diciamoci la verità, abbiamo paura.
Questa vita ha un angusto luogo di passaggio che fisicamente è un non senso;
la nostra umanità non è attrezzata per attraversarlo:
La Croce.
Come cristiani abbiamo un sistematico e caparbio e scientifico voler evitare il percorso della vita cristiana.
“Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.”
E se la nostra preghiera quotidiana, non solo recitata a parole ma impetrata con le azioni quotidiane, fosse: “Signore, non mi prendere con te…!”?
Che cristiani siamo se portiamo questa speranza disperata?
Nelle nostre catechesi;
nei nostri catechismi;
nei nostri rapportarci agli ammalati;
nel nostro educare i figli;
nelle nostre prediche,
o quando noi stessi ci accomodiamo sul trono del cristiano…
Di che vita parliamo?
Che vita testimoniamo?
La tentazione quotidiana a cui siamo sottoposti da parte di satana è che Dio è menzognero.
Ci viene posta dinanzi la morte, non solo fisica, come la dimostrazione di un non amore del Creatore.
E la vita terrena diviene l’unica vita da vivere.
Stranamente, con una metodologia schizofrenica, il modo propostoci dal demonio per esorcizzare la morte è procurarla!
Forse pensate che stia filosofando?
Guardiamoci attorno.
Le nostre città, piccole o grandi;i luoghi di lavoro;i luoghi di “svago”;i nostri matrimoni;
gli anziani,i bambini;le famiglie;i luoghi dove si amministra.
C’è un piccola sottile antitesi: “Con o senza”.
Che cosa può essere l’uomo senza Dio lo vediamo quando spesso è troppo tardi.
Che cosa può essere l’uomo con Dio lo vediamo quando spesso è troppo tardi…
Causa di questa cecità, sordità e mutismo è sempre lo stesso catechista:
il principe di questo mondo.
“Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta…”
Questa richiesta di Filippo attraversa ancora i secoli;
è giunta fino a noi oggi.
Sì, c’è un mondo che fa ancora oggi questa richiesta;
la fa a Cristo attraverso la Chiesa.
Voi mi capite, non è questione solo di parlare della “Casa del Padre” ma di mostrarla con segni concreti che c’è la “Casa del Padre”.
Filippo aveva davanti Cristo;
il mondo oggi ha davanti la Chiesa di Cristo.
La Chiesa oggi è chiamata ha mostrare la Vita Eterna.
“In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.”
Sì, ci sono delle opere concrete che sono segno della Presenza di Cristo in questo secolo;
sono opere che solo la Chiesa può compiere,
se legata a Cristo, chiaramente.
Altrimenti non è Chiesa!
I segni concreti della vita in Cristo non sono fare i miracoli;
ma qualcosa di grande, di immenso, che ha un valore universale:
l’Amore e l’Unità.
La morte di questo mondo si vince con la vita in Cristo.
La Chiesa, ogni cristiano, è esempio vivente di questo amore fatto di donazione e spogliazione totale;
l’Amore che il mondo non conosce.
La Chiesa, ogni cristiano, è esempio vivente di questa unità fatta di essere uno solo corpo in Cristo.
Unità che il mondo non conosce.
L’amore che il mondo conosce è quello del dare e dell’avere in cambio,
l’amore di prostituzione.
Questo non è l’Amore del cristiano, non è l’Amore della Croce.
L’unità che il mondo conosce è quella dell’unione di interessi,
fatta spesso di perverse lobby economiche.
L’Unità di Cristo è aderire all’uomo attraverso il Legno della Croce segno della vita che si dona.
Sai, chi vede un cristiano vede Cristo;
Ero tentato di scrivere “chi vede un cristiano dovrebbe vedere Cristo”;
un “condizionale” che sinceramente in questo caso proprio non si può usare,
non ha senso dire “si dovrebbe vedere Cristo in un cristiano”!
Si deve.
un servo inutile

sabato 14 maggio 2011

I’LL FOLLOW THE SUN (SEGUIRO’ IL SOLE)

Senza ombra di dubbio,
il Pastore per eccellenza del cristiano è Gesù.
Sì, per prima cosa vorrei mettere in evidenza questo aspetto fondamentale  nella vita del credente:
Gesù è Pastore ovunque, in ogni ambito di vita.
Nella ricerca scientifica, nel campo medico, nel sociale, sul posto di lavoro, negli scranni di Montecitorio, nelle aule di tribunale, nei condomini, nell’ambito familiare, nella sfera sessuale
e perché no, lasciatemi esagerare , anche in quello parrocchiale!
Cioè, il cristiano nelle sue scelte di vita, dalla più banale alla più fondamentale, segue Gesù.
A riguardo mi fanno sbellicare dal ridere (ecco, non posso usare altre espressioni e ne sono sinceramente dispiaciuto) quei cristiani che di fronte a particolari problematiche, ad esempio solo per citarne una l’aborto, si accomodano e iniziano a contare i giorni, le settimane e i mesi… per commettere un omicidio.
Ma siamo seri.
Io non ci penso neppure lontanamente che un non  credente debba preoccuparsi del  Vangelo…
Ma di grazia, un cristiano come può macchiarsi di questo male?
Male commesso pienamente anche solo stando in silenzio.
Chi è cristiano davanti agli uomini non può negare la Verità! 
“In quel tempo, Gesù disse; «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.”            
Scusate, è il Vangelo  che ce lo dice con estrema chiarezza:
O segui  Gesù, il Pastore;
o segui il ladro e il brigante, il demonio.
Lo dico con serenità ma anche con profondo dispiacere:
Non si possono indossare camaleontici perversi panni di pii credenti in ambiti parrocchiali o quando ci servono vari consensi e
poi accomodarci in altri consessi o ancora quando tocca decidere sui fatti della nostra vita e scegliere per la morte.
Ogni cristiano nel mondo, deve sentirsi chiamato  in causa dal Pastore  Supremo  ad essere pastore.
Forse non ci abbiamo mai pensato, ma le nostre azioni, il nostro vissuto quotidiano, viene interpretato dal mondo che ci circonda come segno della Presenza di Dio o
anche dell’assenza!
E’ meraviglioso e nello stesso tempo tremendamente serio!
“Voi siete il sale della terra;
Ma se il sale perdesse il sapore…?
A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini  
C’è dell’altro…
Il Pastore e le pecore smarrite.
Sì, ci sono gli uomini che vivono nella conoscenza e nella Verità,
che dai Sacramenti e dall’Incontro con la Parola traggono la loro vita,
che “frequentano” positivamente gli ambiti parrocchiali
e ci sono quelli che si perdono.                 
Cristo è Pastore anche di questi nostri fratelli.
La Chiesa tutta è inviata dal Pastore anche da questi fratelli.
Cioè il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, tutti i Cristiani sono in missione perenne verso il mondo degli uomini persi.
Mi direte che è scomodo,
che è  una perdita di tempo,
che uno su mille ce la fa, 
che a volte ci possono fare male,
che certi luoghi non sono per noi…
E’ verissimo ma:
Questi nostri fratelli hanno bisogno di conoscere la Voce di Dio:
“…cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.” 
Questi uomini se non “conosceranno” la Voce di Dio non potranno mai seguirLo.
E vi posso assicurare che, invece,  la voce del mondo ha molti profeti,
perennemente al lavoro,
solerti, pieni di zelo e …
di morte.
L’annuncio di Pasqua è  atteso dai lontani,
da coloro che vivono nelle tenebre e aspettano la Luce.
Che Chiesa siamo se non ci mettiamo alla ricerca della pecorella smarrita?
Certamente non siamo di Cristo.
Sapete Lui “ci precede in Galilea”, sempre.
In ogni posto che frequentiamo per amore di Gesù vi posso assicurare che Lui è accanto,
che nel cuore si sperimenta la dolcezza, la pace anche in mezzo alle “taccarate”.
Che se Gesù è con te tu detesti e respingi il male ma ami il peccatore.
Credimi, c’è un mondo di fratelli disperati che attende di incontrare Cristo in un cristiano.      
Non si tratta di paroloni da dire o di saperci fare.
Si tratta di Amore.
Guai a noi se non annunziassimo il Vangelo al mondo.
In questa sensibilità può aiutarci molto, ma non è comunque componente indispensabile, ricordare il giorno in cui Qualcuno si è messo in cammino per noi,
in mezzo ai pericoli per raggiungerci e portarci Gesù.
Vorrei dire, ricordando il mio giorno, che:
 “Come sono belli i piedi di coloro che portano un lieto Annuncio”.
Riflettendo sulle tante situazioni di vita, personali e non, mi rendo conto che a chi molto è stato perdonato …
molto ama.
Riscoprire nelle nostre parrocchie l’urgente bisogno di una “pastorale per i lontani”che, nelle nostre città non sono più così lontani fisicamente;
riscoprire la necessità di evangelizzare i nostri quotidiani con la testimonianza concreta,
come genitori,
come cittadini,
come quello che sei tutti i giorni.
                        un servo inutile

venerdì 6 maggio 2011

THE LONG AND WINDING ROAD (LA LUNGA E TORTUOSA STRADA)


In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli erano in cammino…
Una passeggiata come tante della nostra vita;
una di quelle piene di amare e deluse speranze…  
La pagina dei due discepoli di Emmaus è intrisa di significati profondi, che ci sono così utili ancora oggi a noi, viandanti di duemila anni dopo.
Gesù risorto che si fa nostro compagno di viaggio e noi che non ce ne rendiamo conto.
Due discepoli, con il cuore triste per la perdita dell’amico in cui avevano creduto e sperato, fanno un breve tragitto, da Gerusalemme ad Emmaus, pochi chilometri che hanno però in “palio” tutto  il cammino di una vita.
Questi due uomini sono figura di tutta la Chiesa e quindi anche nostra, cioè  mia e tua,
ma anche di tutta l’umanità che è alla ricerca della vita.
Una Chiesa, degli uomini in cammino, alla ricerca della Speranza, della felicità perduta….!
Già, chissà in quante situazioni di vita ci siamo sentiti come i due discepoli di Emmaus:
delusi, amareggiati, con il non sapere dove mettere la faccia..!
Sì, effettivamente ci sono situazioni di vita in cui ci vergogniamo di noi stessi;
delle nostre scelte “cristiane”;
ci vergogniamo di aver creduto con tutte le nostre forze.
Una vita di fede che diviene una delusione cocente.
Magari abbiamo fatto delle scelte di vita forti, corrette, cristiane e poi, invece di ottenere e raggiungere dei traguardi, degli obiettivi, ci siamo accorti di aver sbagliato tutto, di essere stati così ingenui nel credere che anche noi avremmo potuto, come il  Figlio di Dio,
amare non resistendo al male e non ritrovarci nella morte.
Ti guardi intorno e capisci che solo tu sei stato così “forestiero” a buttarti in questo amore, ad aver sprecato gli anni migliori della tua vita….!
“Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?”
E la cosa peggiore è che ti ritrovi con un bel niente fra le mani  e cosa ancor più triste con un buco nell’anima.
Magari almeno  casa tua fosse stata “risparmiata”…
Sono certo che questi erano i pensieri dei due discepoli di Emmaus, uno di nome Cleopa e l’altro di nome sconosciuto.
Che strano il secondo discepolo di Emmaus  non ha un nome…
Vogliamo provare?
Il secondo discepolo ha il mio e il tuo nome…
Approfittiamo della possibilità che ci lascia L’Evangelista Luca;
forse, sai, potrebbe essere Dio che ci invita a…
Autonominarci noi come l’altro discepolo di Emmaus.
E lo sai perché?
Perché per arrivare a capire la nostra vita abbiamo bisogno di rimetterci in cammino con Cristo;
Abbiamo bisogno di riappropriarci della resurrezione, di vivere l’Eucarestia e nell’Eucarestia!
Questi due discepoli che hanno perso le loro speranze, che hanno perso se stessi, rappresentano anche tutta l’umanità, un’umanità che ha perso l’immagine di Dio nel proprio quotidiano.
Le amare cronache delle nostre città ormai sono icona dell’uomo senza più il volto di Dio.
Per anni abbiamo sperato di rimanere sempre noi gli spettatori alla finestra della televisione di un mondo che ci fa paura…
E invece ci siamo ritrovati noi a vivere in una società che si è persa per strada,
dove le nostre città sono diventate dei luoghi violenti da cui difenderti
 e c’è questa morte che spinge per entrare nelle nostre famiglie.  
L’uomo che ha paura e nello stesso tempo fa paura.
Dove sono finite le certezze e  le speranze per le quali abbiamo investito tutti i nostri giorni?
E’ un’umanità che ha bisogno di essere accompagnata per strada da Cristo perché si è persa..
La strada che divide Emmaus da Gerusalemme è una strada che percorriamo tutti i santi giorni;
ognuno di noi nel suo vissuto.
Siamo partiti soli e ci ritroviamo con Lui.
La cosa sorprendente è che Dio vuole percorrere questa strada con noi;
Dio vuole percorrere la storia con ognuno di noi, non importa se è una storia squallida, fatta di miserie, di paure.
Non importa se è una strada che attraversa un “braccio infame” di un carcere;
o se è la strada che attraversa la tua malattia;
o se è la strada che attraversa i tradimenti di tuo marito;
o se è la strada che attraversa il fallimento della tua vocazione;
o se è la strada che attraversa la morte della persona a te più cara;
o se è la strada che attraversa la tua voglia di “andar via”per sempre.
Gesù sapeva che ti avrebbe incontrato su quella strada.
Siamo io e te che non lo sappiamo o non lo vogliamo sapere. 
Lui non si schifa di fare questo percorso con te  e sa bene che strada facendo tu Gli addosserai  tutte le tue accuse, che riceverà da te tutta la tua rabbia che nasce dal dolore che provi.
Caro fratello, è lo stile di Dio farsi compagno di viaggio dei più miseri, di coloro che hanno perso nella vita.
Io, tu, noi , il mondo, non possiamo camminare da soli, ci perderemmo come già ci siamo persi.
Stiamo scappando dalla nostra Gerusalemme,
dal luogo dove abbiamo sperimentato la Croce e in questa fuga ci imbattiamo in Cristo;
in Cristo che si fa cibo per me e per te.
Questo incontro ci dona la vita:
Lui si fa Eucarestia per me e per te.
“E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.”
Sai, si invertono i nostri cammini;
Sai, si ritrova il coraggio di vivere;
Sai, la dignità di Figli di Dio, persa nel peccato, ci viene restituita pienamente in Cristo.
Il cristiano che vive l’Incontro con il Risorto è l’uomo nuovo che cambia il mondo.
La vita trasformata in Gesù diviene testimonianza senza più la paura e senza nessun compromesso con il male:
Sei un pubblico amministratore?
E sei onesto in Cristo, tutti i giorni, in ogni luogo.
Sei un operaio?
E lavori in Cristo, tutti i giorni, in ogni luogo.
Sei un datore di lavoro?
E ami Cristo rispettando la vita di chi ti è stato affidato, tutti i giorni, in ogni luogo.
Sei un prete?
E spendi tutta la tua vita in Cristo per le anime che Lui ti ha affidato.
Potremmo andare avanti per centinaia di pagine…
Il disegno di Dio in te:
fare di Cristo il cuore della tua vita. 
 Emmaus-Gerusalemme,
andata e ritorno veloce guidati dall’Amore di Gesù.

                                                                                                servo inutile  

mercoledì 27 aprile 2011

ANCHE PER TE

Vorrei semplicemente iniziare con un necessario, indispensabile, quanto mai attuale:
“…venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: Pace a voi!”
Eccoci direttamente introdotti nel cuore della Pasqua;
Eccoci al centro della nostra esistenza, non solo personale ma direi, senza paura di essere smentito, universale.
E’ un bisogno fondamentale dell’uomo e dell’umanità, in ogni sua dimensione e ambito, che ha come fonte Cristo.
Vorrei parlare di questo delicato anelito che ognuno di noi ha nell’anima, a volte come un disperato grido di rivalsa nei confronti della vita:
Pace nei miei giorni.      
A questo intimo desiderio, lasciatemelo dire con molta forza, è legata la nostra felicità.
Credetemi questa pace è ricercata da ogni essere vivente, a prescindere dalla condizione economica, la fede religiosa, lo stato di salute.
Spesso però è ricercata nei modi e nei posti sbagliati. 
Sapete, c’è quell’assurdo detto che ammaestra la storia dell’umanità:
“Se vuoi la pace preparati alla guerra…”
E’ l’ignobile menzogna del menzognero presentarci questa soluzione.
Quante pagine amare ed infami della storia (anche personale) sono state scritte seguendo questa traccia di morte.
Nessuna pace al mondo si costruirà con la violenza e l’imposizione seppur solo ideologica;
è la “storia” stessa  che ce lo ricorda, senza ombra di smentite. 
Cristo sa che noi ne abbiamo bisogno.
E Lui ci presenta la Sua Strada:
“…venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco..”
Sono i segni della cattiveria umana sul Suo Corpo.
Sono i segni dei miei e tuoi tradimenti quotidiani;
delle mie e tue indifferenze e “lavature di mani” quotidiane;
delle mie e tue ingiustizie quotidiane;
dei miei e tuoi rinnegamenti alla Verità quotidiani;
delle  mie e tue “eleganti e diplomatiche” violenze quotidiane
della mia e tua ricerca perversa della gioia
e, non ti scandalizzare, del mio e tuo pensare di “possedere” Dio.
Questi segni concreti sul Corpo di Gesù non hanno prodotto “vendetta e punizione” da parte di Dio ma
AMORE.
C’è la Pace che passa attraverso l’Amore della Croce;
l’amore della donazione totale;
l’Amore della perdita dell’esclusiva propria dimensione terrena non mortificandola e facendola a brandelli nell’obbligo religioso ma elevandola nell’incrocio del terreno con il divino:
l’Incrocio dell’Amore della Croce. 
Questo amore vuole entrare nelle pagine dei nostri quotidiani:
con tua moglie;
con tuo marito;
con i tuoi figli;
con il tuo collega d’ufficio;
con i tuoi “programmi di governo”;
con il tuo datore di lavoro;
con i tuoi operai;
con i tuoi pazienti;
con i tuoi vicini di casa;
con i tuoi parrocchiani;
con la tua malattia;
con i tuoi nemici!
Cristo dona la Pace;
chi sei tu per interrompere questo Amore che… 
“Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi.”
Sai, sei mandato da Cristo all’umanità come Cristo per Amore è stato mandato dal Padre.
No, non c’è condizione al mondo che ci esenti dal portare Amore.
Anche se siamo stati traditi dai nostri più cari affetti;
Anche se siamo stati venduti dai nostri più sinceri amici;
Anche se siamo stati umiliati e sputacchiati nella nostra vocazione;
Anche se siamo stati messi in croce dalla malattia e obbligati a dipendere dagli altri pure per un sorso d’acqua…
Hai ricevuto il “Soffio della Vita” dall’Unico Datore della vita.
“Dopo aver detto questo, alitò su di loro…
Cristo “Alita” sulla tua morte e la trasforma in vita.
Ogni nostra situazione di vita in Cristo genera vita;
ogni situazione di vita nel demonio genera morte.
Se vuoi capire con molta chiarezza da chi ricevi il respiro guarda la tua vita, la vita intorno a te.
Se il tuo passaggio genera discordie, divisioni, impurità, egoismi, sopraffazioni…
Da chi ricevi l’alito di vita?
Potresti arrivare a pensare che questo Amore è per ambienti circoscritti;
che quando esci fuori dal protetto “cenacolo” e ti scontri con il mondo…
E, ti devi adeguare!
Nascono i tanti ragionevoli dubbi con i quali condanniamo Cristo, come un pio a volte  ingenuo e utopico idealista, relegandolo ad una fede recitata a soggetto in ambiti parrocchiali.
Tommaso non era con i suoi amici, era fuori, quando Gesù mostra i segni della vita.
E riporta non solo i suoi dubbi ma anche quelli di tutto il mondo “fuori”.
Ti offendi se ti dico che forse è latore anche della nostra incredulità?        
Come vengono dissolti tutte le incredulità del Tommaso che è in noi?
“Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”
Nel mettere la propria “mano” nei segni della morte sconfitta dalla Vittoria della Croce.
Questi, e lo dico per esperienza personale quotidiana, sono i segni che ancora oggi sono la fonte della fede.
  Mettere le mani nella sofferenza e non sbattere la faccia contro la morte…
Ma incontrarti con la gioia della vita, della vita che non ha mai fine, la vita in Cristo.
E’ qui che la mia anima ha presente il volto concreto di alcuni fratelli “altri Cristo” che mi invitano a …
“Michele, metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato…”
A vivere la fede come un Rendimento di Grazie quotidiano a Cristo per il Suo volermi unito a Lui,
in tutto,
senza limiti e compartimenti stagni.
Segni che anche noi, con la nostra vita di tutti i giorni, siamo chiamati a dare.
La missione della Chiesa e di ogni cristiano è mostrare che la propria morte viene sconfitta in Cristo.
In ogni tempo continuano a nascere tanti “Tommaso” che chiederanno di vedere, di toccare…
Questi uomini, nostri fratelli, avranno la possibilità di abbracciare e credere in Cristo solo se incontreranno dei cristiani con il coraggio quotidiano di mostrare i segni sul proprio corpo di Cristo Risorto.
Magari c’è un “Tommaso” che aspetta in ufficio, a casa, persino nella tua parrocchia….
Scusa, mi permetti di guardare le tue mani e il tuo costato…?
Tutta la nostra vita è di Cristo…  
                                                                                              servo inutile.